giovedì 22 dicembre 2022

Alcuni bozzetti (ascoltando Max Richter) Le Quattro Stagioni, Parte I - Estate

All'alba
(quando le persone
ancora umide di sudore
si muovono nel letto
in scomposti spasmi
prima del risveglio)
mi dirigo verso la quotidianità
passando per la spiaggia,
rubando frammenti
di cielo e di mare.

Al tramonto
ci ritroviamo.
Seduti sulla sabbia
mangiamo,
poi ci stringiamo in abbracci giovani
dirigendo il nostro sguardo
verso l'orizzonte
dove il sole si nasconde per qualche ora.
Qualcuno, 
oltre gli scogli,
sta solcando meditabondo l'acqua.
Le increspature lucenti
si propagano sulla superficie levigata
del mare.
Nostro figlio è di nuovo sporco di sabbia
e noi sorridiamo
a lui
che, furbo,
ci guarda in cerca di complicità.
Ci sporchiamo con lui
come a dire,
con gesti elementari
la nostra consapevolezza:
amore
partecipa 
di tutto.

Questa è l'ora del giorno,
il momento dell'anno,
in cui si fanno chiare 
le lacune del linguaggio
rispetto alla vita:
siamo lieti,
oltre la parola stessa:
non c'è vocabolo
attinente.

Jonathan Simone Benatti - 22/12/2022



 







mercoledì 21 dicembre 2022

Alcuni bozzetti (ascoltando Max Richter) Le Quattro Stagioni, Parte I - Primavera

Primavera 1

Ridestati 
dal sonnecchiare.
Il cielo è terso
dopo la pioggia.
Aprile non è crudele;
Settembre lo è
quando illumina tutto 
un'ultima volta,
d'oro,
prima del sonno.
Aprile promette
e di questo mi nutro
come la terra che si abbevera
del cielo
per germinare
in colori 
tenacemente fugaci.

Primavera 2

Sono come mio figlio
sulla riva del fiume:
guardo tutto 
con meraviglia
come se scoprissi per la prima volta
il mondo in cui sono.

Sono, sì:
sono.

Non perché penso,
ma perché
nonostante tutto,
nonostante
l'orrore
e la bellezza,
sono stato chiamato.

E su questa briciola
caduta dalla ricca tavola
del cosmo
sono amato, 
amo,
accarezzo la pelle,
bacio, 
abbraccio,
vedo e ho visto
le grandi opere
che silenziose annunciano
la Gloria traslucida
del Creatore.

Primavera 3

La grande polemica
se esista o meno una teologia naturale
mi annoia.

Vivo
nel Tuo mondo,
Dio,
non altrove.

Primavera 4

Così,
ridestati
e usciamo.
Abbiamo sprecato
il calore invernale 
della nostra dimora:
per contare i nostri difetti
e fare la lista
di ciò che manca,
come guardando
alla dispensa dell'esistenza.

Dobbiamo 
impiegare il nostro tempo
a spargere l'abbondanza
di semi che abbiamo comprato insieme
e continuare a diffondere
germogli di piante secolari
di cui non vedremo mai la chioma.
Seminare
è sperare
contro speranza.

Jonathan Simone Benatti - 21/12/2022















giovedì 15 dicembre 2022

Una meditazione occasionale (avendo presente una frase del diario di S.A.K.)

 Io credo che se un giorno diventerò cristiano sul serio, dovrò vergognarmi soprattutto, non di non esserlo diventato prima, ma di aver tentato prima tutte le scappatoie (S.A. Kierkegaard, Diario, 8 Dicembre 1837).

Dentro una persona
tanti mondi celati;
così, per ogni essere umano
una moltitudine di universi.

Tu,
Dio,
conosci
la mia fatica: 
tenere nascosti
agli occhi d'altri
la materia oscura
che da un cosmo all'altro
irrompe 
nel quotidiano
e di tanto in tanto
mi rivela -
al di là del viso preparato
ad un sorriso ingannevole.

Posso occupare
un luogo solo alla volta
con il corpo.
Con il pensiero,
invece,
sono 
in molti spazi,
tenuti stretti
e abitati
come un rifugio
dalle scelte.

Si possono tentare molte strade
perché la vita ci sostiene, 
e si possono tentare molte strade
per far perdere le proprie tracce,
persino a sé stessi.

Tu, 
Dio,
i cui pensieri
sono più della sabbia
osservi benevolo:
come il padre osserva amorevole
il figlio 
tentar di stare in piedi
(dopo mesi
sul dorso e sulla pancia).

Tutte le volte,
che al di là di dimensioni e del possibile,
interrompi il mio percorso
per ricondurmi sulla Via,
provo a divincolarmi
e, freneticamente, ad alzare
le mani
per raggiungere il Tuo viso
(la reazione di chi è in tenera età).

Tu, 
paziente,
mi stringi più forte
nei Tuoi baci.

Quando sarò Cristiano per davvero?

Già
     lo sono 
     non lo sono:

un figlio è tale,
ma deve crescere
e diventare adulto. 

Jonathan S. Benatti - 15/12/2022


mercoledì 14 dicembre 2022

Notturno

Stringiamoci
come di notte:
quando nel letto
cerchiamo calore
ammassando i nostri piedi,
respirando vicini al volto
di nostro figlio
per vigilare su di lui
così pieni d'incanto,
così consci che la sua vita
è il confine delle nostre esistenze.

Stringiamoci così
perché questo inverno è lungo
e il buio mi spaventa.

Ogni uomo
cela
le proprie paure
mascherando 
l'anima con la cosmesi dell'apparire.

La vita arriva,
bella e orribile
e costringe
alla parola di verità:
su di sé, sugli altri,
sul mondo.

Stringiamoci
e ritorniamo per un attimo
bambini.
Tutto era molto più semplice;
anche piangere,
anche ridere.

Jonathan Simone Benatti - 14/12/2022

martedì 13 dicembre 2022

Su una foto



To love at all is to be vulnerable.
(C.S. Lewis - The Four Loves)


I.

Nasco da un atto di amore,
preceduto - 
come l'attribuzione del nome
che è legame con la storia di altre persone
che amano o hanno tentato di farlo,
(come me,
come te). 

Il paradosso scabroso:
non tutto ciò che si svolge
sotto la sconfinata volta dell'amore
è per definizione
misura di verità.

E' l'oggetto amato
o il soggetto amante
la copula che tiene uniti
soggetto e predicato?

Qual è la misura di un amore? 
Il dolore o la gioia?
O entrambi?

II. 

(Facile scrivere banalità
e dire
cosa sia l'amore)
Il Mistero si assapora,
come suggendo miele;
lo si scopre
passo dopo passo;
non si definisce.

Ho sentito una voce lontana,
per la prima volta.

Qual è il tuo nome? ho chiesto.

Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso.

Ed ecco
ora ho un nome nuovo,
il nome che mi è stato dato.

Così dischiudo la mia vita
come una città
all'alba.
Puoi scorgere tutto di me
le mie vie e le mie rovine.
Questo sono ora:
nudo e
senza vergogna alcuna
davanti ai tuoi occhi,
davanti al tuo corpo
nudo come il mio.

Vulnerabili
costruiamo sul
solido Fondamento
(verranno la mia e la tua singolarità 
a generare ombre lunghe
a tentare di spegnere il nostro giorno
e noi,
deboli,
continueremo ad appoggiare i piedi
attratti dalla gravità dell'Amore).


Non in me,
ma fuori di me
trovo la chiusura del mio cerchio.

Sono preceduto e chiamato.
Se fiorisco
coraggiosamente
nell'inverno dell'umanità,
per quanto vulnerabile
porterò a compimento
il nome
che mi è stato dato:
Tu.

Jonathan Simone Benatti - 13/12/2022






lunedì 12 dicembre 2022

Elenchi

Ci sono parole
di cui ho paura.

Tremo persino all'idea 
di pronunciarle.

L'elenco:

separazione,
abbandono,
incomunicabilità,
isolamento,
addio.


Temo che il solo atto
di emettere il suono
con le labbra
possa
farle accadere. 

Non è superstizione.
E' il terrore che la loro etimologia
diventi definizione
in me.

Sollevano domande
a cui non ho risposta:

Per esempio come sarebbe il mondo senza le tue smorfie?
Come affrontare il futuro
senza la consuetudine
di certi riti familiari
che prevedono ogni giorno,
fedelmente,
le stesse frasi, 
lo stesso gesto,
lo stesso momento 
per una risata?

(Oltretutto non mi piacciono quelle parole.
Sono una sottrazione,
un'appropriazione indebita
di un diritto costitutivo
che l'Essere ci dona:
stare insieme.)

Come un anziano tendo a ripetermi:
forse perché la saggezza
si conquista 
solo 
con lo scorrere del tempo
quando si capisce che
per correre
bisogna essere leggeri,
portarsi appresso l'essenziale.

Sgravato da zavorre
sono proteso
alla conservazione 
di un elenco alternativo.

Presenza.
Custodia.
Comprensione.
Partecipazione.
Benvenuti.

Jonathan Simone Benatti - 12/12/2022







Non significa. Significa

Il lunedì sono più propenso 
ai pensieri malinconici
(non significa
io sia triste).

Rifletto
sull'ombra
che la luce domenicale
proietta.
(non significa 
io sia un bigotto).

Significa:

aggrapparsi
con tutte le forze 
a ciò che ha un valore 
non soggetto a svalutazione
o alla corrosione.

Significa:

riconoscere
che queste vite 
che mi son date
in solidale compagnia
sono
il bene di questa creazione
in cui dimoro.

Da dove, dunque, la malinconia?

Nella lotta interiore
che ogni giorno sostengo
tra il desiderare
un mondo di permanenza
e la consapevolezza
che tutto passerà.

Come un patriarca
bramo
una città
dalle solida fondamenta
che sia l'esito
del mio cammino
di straniero residente.

Jonathan Simone Benatti - 12/12/2022



Esistenze minuscole

La filogenesi
potrebbe tracciare con esatta cura
la storia che ti ha preceduto
e ricostruire i caratteri,
recessivi o dominanti,
che in te trovano compimento.

D'altro canto
il compito che non può espletare
è narrare il Mistero
che sgorga spontaneo da te:

come tante vite
che ti hanno preceduto
alimentino
il tuo muoversi
e come esistenze minuscole
- la mia,
quella di tua madre
o, ancora,
quella dei tuoi avi - 

siano il suolo sul quale 
la tua storia
diventerà
un'altra significativa
minuscola
esistenza. 






mercoledì 7 dicembre 2022

Spleen

La lastra d'acciaio
del cielo
incide 
precisa e
perpendicolare
il mare.

Qualche stentata nuvola,
come una macchia opaca,
interrompe il riflesso della luce
sulle pesanti superfici.

Là dove avviene l'incontro
tra i piani,
si staglia una piattaforma:
un mostro alto e scarno
che minaccioso e lontano
guarda la riva.

Pochi sono i gabbiani oggi.

L'aria profuma di sale disciolto
e alghe.

E' freddo.
Qualche folata di vento
pianta sul viso
chiodi d'acqua.

Questo giorno di decadenza, 
sornione e lento,
mi affascina
più del clamore estivo
dove la folla indefinita
suda e ride
per dimenticare.

Un giusto silenzio
dove pensare 
a ciò che si perde
ogni volta che non si esce
dalla porta:
per guardare attentamente
all'intricata struttura
della realtà.

Jonathan Simone Benatti - 06/12/2022



martedì 6 dicembre 2022

E comprendo

Che siano le ruote di un monopattino
su cui ti proietti sicuro
o la corsa dietro a una palla colorata,
tu sei vita esuberante.
Affronti ogni giorno
come il sabato
dopo la Creazione:
il mondo e il tempo
cessano di brulicare
e tu danzi libero
da ogni costrizione;
nel tuo vorticare
mi richiami a un ballo
che pensavo di aver ormai dimenticato.

Noi, 
noi che ci consideriamo adulti,
pensiamo spesso
che il dovere sia il nostro compito
precipuo.

Quando ti osservo
crollano i rigidi paletti
del mio pensare geometrico:
il tuo giubbotto rosso,
mentre passeggiamo sulla sabbia,
illumina il cielo grigio di Dicembre
e come un attrattore
concentra, denso,
l'universo 
in questo istante.

E comprendo
che il mio dovere
sia di unirmi 
al tuo incedere.

Jonathan Simone Benatti - 06/12/2022


Un atto di Relazione

Scrivere
è un atto
di Relazione.

Non credo si scriva per sé stessi;
ci si dà:
in una dolorosa apertura
che costringe alla nudità primigenia.
Così, 
nella coraggiosa fragilità
del dischiudersi, 
m'inserisco nella tessitura
dell'Essere
che, come noi,
è fin dal principio
Comunità. 

Jonathan Simone Benatti - 06/12/2022

lunedì 5 dicembre 2022

Per quanto significhi

Si pianifica
per saggezza
o, forse ancor di più,
per sentire di avere il controllo
degli eventi.

Un padre premuroso
sogna
il futuro del proprio figlio
e s'affatica 
per tenere aperte le porte indefinite
di ciò che sarà.
Bisogna però che io diminuisca
e con me 
l'intensità delle aspirazioni personali:
l'amore chiede un campo senza pietre di confine,
l'amore: 
domanda presenza,
dona, non pretende,
supporta, non impone,
canta, sussurra,
suggerisce, lascia agire
e, per quanto significhi dolore,
comprende che senza ferita
non c'è solida crescita.
Il compito più arduo non è sognare,
ma continuare a farlo
mentre si dissoda il suolo
e ci si prepara,
lontano dagli sguardi, 
alla semina
di piante secolari.

Tu mi costringi a rivedere
il significato dei lemmi.
Prima:
si lavora
perché lo studio obbliga 
all'impiego degli strumenti acquisiti.
Invecchiando:
ci si rende conto
che tra spine e rovi
un Seminatore
getta abbondante il seme
che cresce 
mentre noi dormiamo.
Così si fatica
guardando con speranza
a tutto ciò che supera
la presa delle nostre mani
(quanto,
ma non lo ammettiamo).

Un padre premuroso
sogna 
di vivere il presente
con il proprio figlio
seguendo i passi del Seminatore:
spargere un seme dovunque
(sulla pietra e sul terreno buono);
e, forse,
il significato profondo di tutto ciò
risiede nell'essere come l'acqua che irriga.
Tu dovrai abbeverarti di me
e le tue radici 
sapranno trattenere 
ciò che potrà esserti nutrimento.

Diminuire;
senza annullarsi.
Diminuire per
crescere insieme:
tu maturerai
e porterai frutto in ogni stagione,
io finalmente alleggerirò le mie fronde
dal fogliame parassita
e per la prima volta
tornerò anch'io
carico di vita.

Un padre sogna
il proprio figlio:
quando arriva
ciò che lo rende felice
è sapersi pensato;
anche quando 
come l'acqua
sarò sparso
e rimarrò nelle tue radici.

Jonathan S. Benatti - 05/12/2022







giovedì 1 dicembre 2022

Domande residenti

Il mio problema
consiste 
nelle domande che abitano
la mia mente
come ospiti perenni.

Posto al bivio
tra la strada del compromesso
e quella dell'integrità
(l'ontologica differenza
tra passeggiare
e camminare)
una voce mi richiama
all'essenziale:

Preferisci rischiare
per dar forma a ciò in cui credi
o scegli di tacere?

Solo in pochi casi il silenzio è saggezza:
spesso è solo pavidità

Jonathan S. Benatti - 01/12/2022


Tutte le mie vie - Prolegomena ad ogni passo futuro

Ti sono note tutte le mie vie (Salmo 139:3) I. Imparare ad essere leggeri pur con le zavorre. II. Tanti sono gli abissi che la mia nave solc...