(quando le persone
ancora umide di sudore
si muovono nel letto
in scomposti spasmi
prima del risveglio)
mi dirigo verso la quotidianità
passando per la spiaggia,
rubando frammenti
di cielo e di mare.
Al tramonto
ci ritroviamo.
Seduti sulla sabbia
mangiamo,
poi ci stringiamo in abbracci giovani
dirigendo il nostro sguardo
verso l'orizzonte
dove il sole si nasconde per qualche ora.
Qualcuno,
oltre gli scogli,
sta solcando meditabondo l'acqua.
Le increspature lucenti
si propagano sulla superficie levigata
del mare.
Nostro figlio è di nuovo sporco di sabbia
e noi sorridiamo
a lui
che, furbo,
ci guarda in cerca di complicità.
Ci sporchiamo con lui
come a dire,
con gesti elementari
la nostra consapevolezza:
amore
partecipa
di tutto.
Questa è l'ora del giorno,
il momento dell'anno,
in cui si fanno chiare
le lacune del linguaggio
rispetto alla vita:
siamo lieti,
oltre la parola stessa:
non c'è vocabolo
attinente.
Jonathan Simone Benatti - 22/12/2022