But we by a love so much refined
(J.Donne, A Valediction: Forbidding Mourning)
Abbiamo affilato la lama delle parole
per incidere la rabbia del nostro amore
sulla pelle nuda
o, perlomeno, su quella
che non proteggiamo con la corazza
della solitudine.
Strana cosa sono gli amanti.
Non quelli che vivono d'istanti,
farfalle della passione,
ma quelli che si spogliano di pesi
per correre con perseveranza
insieme
verso una meta ignota
(speranza dell'adolescente idealista
che dal caleidoscopio delle possibilità
sceglie un colore che gli sia rifugio).
E dunque:
cadano le nostre pesanti armature
e vieni, amica mia,
vieni nell'Eden giornaliero,
il santuario di Dio con gli uomini.
Cogliamo un grappolo qua e un grappolo là,
camminiamo privi di ogni veste,
liberi e senza vergogna alcuna
di guardarci, dirci,
di stringerci alla luce della luna
e sentire i respiri sincronizzarsi.
Vieni, amica mia:
camminiamo
lontani dall'albero della conoscenza del bene e del male.
E' la tentazione d'essere un dio
che rende le parole acute
e il cuore inespugnabile.
Io voglio essere per te
una semplice creatura.
Jonathan S. Benatti - 20/02/2025
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