La lastra d'acciaio
del cielo
incide
precisa e
perpendicolare
il mare.
Qualche stentata nuvola,
come una macchia opaca,
interrompe il riflesso della luce
sulle pesanti superfici.
Là dove avviene l'incontro
tra i piani,
si staglia una piattaforma:
un mostro alto e scarno
che minaccioso e lontano
guarda la riva.
Pochi sono i gabbiani oggi.
L'aria profuma di sale disciolto
e alghe.
E' freddo.
Qualche folata di vento
pianta sul viso
chiodi d'acqua.
Questo giorno di decadenza,
sornione e lento,
mi affascina
più del clamore estivo
dove la folla indefinita
suda e ride
per dimenticare.
Un giusto silenzio
dove pensare
a ciò che si perde
ogni volta che non si esce
dalla porta:
per guardare attentamente
all'intricata struttura
della realtà.
Jonathan Simone Benatti - 06/12/2022
Nessun commento:
Posta un commento