To love at all is to be vulnerable.
(C.S. Lewis - The Four Loves)
I.
Nasco da un atto di amore,
preceduto -
come l'attribuzione del nome
che è legame con la storia di altre persone
che amano o hanno tentato di farlo,
(come me,
come te).
Il paradosso scabroso:
non tutto ciò che si svolge
sotto la sconfinata volta dell'amore
è per definizione
misura di verità.
E' l'oggetto amato
o il soggetto amante
la copula che tiene uniti
soggetto e predicato?
Qual è la misura di un amore?
Il dolore o la gioia?
O entrambi?
II.
(Facile scrivere banalità
e dire
cosa sia l'amore)
Il Mistero si assapora,
come suggendo miele;
lo si scopre
passo dopo passo;
non si definisce.
Ho sentito una voce lontana,
per la prima volta.
Qual è il tuo nome? ho chiesto.
Perché mi chiedi il mio nome? Esso è meraviglioso.
Ed ecco
ora ho un nome nuovo,
il nome che mi è stato dato.
Così dischiudo la mia vita
come una città
all'alba.
Puoi scorgere tutto di me
le mie vie e le mie rovine.
Questo sono ora:
nudo e
senza vergogna alcuna
davanti ai tuoi occhi,
davanti al tuo corpo
nudo come il mio.
Vulnerabili
costruiamo sul
solido Fondamento
(verranno la mia e la tua singolarità
a generare ombre lunghe
a tentare di spegnere il nostro giorno
e noi,
deboli,
continueremo ad appoggiare i piedi
attratti dalla gravità dell'Amore).
Non in me,
ma fuori di me
trovo la chiusura del mio cerchio.
Sono preceduto e chiamato.
Se fiorisco
coraggiosamente
nell'inverno dell'umanità,
per quanto vulnerabile
porterò a compimento
il nome
che mi è stato dato:
Tu.
Jonathan Simone Benatti - 13/12/2022
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