venerdì 8 novembre 2024

Metronomo

 La durata è l'incessante progredire del passato che intacca l'avvenire e che, progredendo, si accresce. [...] In realtà il passato si conserva da sé stesso, automaticamente. Esso ci segue, tutt'intero, in ogni momento.  
(Henri Bergson, L'evoluzione creatrice)

I.

Chi sono stato, chi sono, chi sarò?
Sono chi sono stato?
Ciò che sono stato determinerà chi sarò? 
Oppure, nella continuità di chi sono
potrò finalmente evolvermi
per diventare
la persona pensata 
ancor prima ch'io potessi pensare?

II. 

La musica, 
l'immaterialità più concreta che esista,
è il pungolo della memoria.

Ricordo dunque sono:
se non avessi memoria
sarei un eterno presente senza radici,
una seme trascinato in lungo e in largo 
sulla terra dal vento.
Non attecchirei in nessun luogo
e non porterei a maturazione alcun frutto.

III.

Sono stato generato
e, per grazia, ho generato.
Anni sono passati
e ne divento consapevole
solo quando nel ricordo
misuro il tempo.
La misura, una convenzione :
dentro me il tempo
è passato, presente, futuro.
ricordo, vita e attesa fiduciosa.

IV.

Il giorno che sono diventato padre
non ho smesso di essere figlio;
sono diventato un figlio a cui
impercettibilmente 
l'animo si è allargato.
Sul muro ho segnato una nuova tacca
e, come un bambino cresce
sotto lo sguardo dei genitori,
mi è stato aggiunto tempo al tempo.

V.
Trotterella per casa
ricolmo di vita:
in lui ogni singola azione,
ogni respiro,
è appropriazione di ancora più vita.
Da quando anch'io similmente
muovevo nella perpetua 
appropriazione dell'esistere
(creando il sorriso spontaneo di chi
nell'amore mi ha generato)
tempo è passato:
ma, con te, ricordare diventa
la testimonianza di una volontà nuova:
di permanere oltre 
il tempo,
nel tempo e fuori dal tempo.
Per te,
metronomo di ogni mio palpito.

Jonathan S. Benatti - 08/11/2024






Nessun commento:

Posta un commento

Tutte le mie vie - Prolegomena ad ogni passo futuro

Ti sono note tutte le mie vie (Salmo 139:3) I. Imparare ad essere leggeri pur con le zavorre. II. Tanti sono gli abissi che la mia nave solc...