Mentre con lo sguardo
scruto i dorsi colorati dei libri
penso a un fatto:
non sopravviverò
alla mia libreria.
Morirò
senza aver letto tutto ciò che ho acquistato
con gioia.
Morirò nell'ignoranza
del mondo e delle cose che lo abitano.
Morirò ancora curioso.
Morirò e loro,
i libri,
quelle pagine di carta ruvida,.
saranno lì:
ingialliranno,
assumeranno gli odori tipici del tempo
o della casa che li ha ospitati,
traslocheranno;
altre mani li sfoglieranno;
loro saranno,
le mie spoglie
torneranno alla polvere.
Lungi dall'essere un pensiero triste,
ho sorriso.
Con loro vivo molte più vite
di quanto io potrei con il tempo concesso.
Con loro ho capito che confessarsi ignoranti
è il principio della saggezza;
ho pianto per la mia vita e le vite di altri,
ho gioito similmente.
Ho visitato tanti luoghi, prima di averli visti.
Quando altre mani faranno pieghe ai margini delle pagine,
quando tracceranno righe meticolose per evidenziare,
quando altri occhi leggeranno la loro storia in quelle storie,
in realtà,
io ci sarò ancora.
Al di là della mia fede nella risurrezione,
i libri sono l'autobiografia
che mai scriverò.
Con essi mi consegno
a chi scorre i medesimi dorsi.
In fondo mi racconto
tramite loro.
Jonathan S. Benatti - 13/11/2024
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