Torino
non è un luogo fisico
ma un segno sul mio braccio
che camuffo e nascondo
e riaffiora
e tutti vedono
non appeno arrotolo le maniche
della mia camicia.
Torino
per me non è una città.
Torino è la Città.
E' il mio sangue
E' il mio accento ibrido:
senza cadenza, con vocali aperte
E' mia nonna
che desiderava vederla ancora una volta
E' mio nonno in bicicletta
di ritorno dalla Fabbrica
E' il dialetto e il vernacolo profetico
con cui si dice la vita
E' mio padre sul parquet che salta e corre
E' mia madre che mi accarezza, seduti nel tinello
E' mia sorella che a Torino non ci è nata
ma ascolta le mie apologie sulla Città
E' stringere la mano a mia moglie
per la prima volta
E' l'incontro
e raccontarsi le stesse storie
sentite e risentite
accresciute
vecchie e nuove
ed è guardarsi e scoprirsi adulti
Torino è questo viaggio
ogni volta nuovo
ogni volta atteso
ogni volta promettente e deludente
(idea e realtà talvolta non coincidono)
eppure
Torino è il ritorno del figlio prodigo
che sa, come disse Cesare,
che una Città ci vuole.
Per sapersi vivi in questo mondo.
Jonathan Simone Benatti - 08/09/2023
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