La folata di vento improvvisa
è la cognizione della tua assenza.
Come di notte
le finestre aperte
amplificano ogni rumore
di oggetti trascinati, sbattuti, ribaltati
di sabbia che si alza,
di foglie e fiori sradicati dal nutrimento
così accade quando le azioni amorevoli
imparate lungo tutta una vita
non trovano più corrispondenza.
Faccio gesti sì,
ma come se fossi l'ultimo uomo al mondo,
come se nessuno mi vedesse,
come se evocassi attraverso essi
forze nascoste e irrazionali
per modificare le circostanze.
Una domanda per chi rimane:
la morte impone un nuovo modo di vivere
o disimparare ciò che si è vissuto?
La speranza rimane,
ma non come uno dei tanti capi di campionario
offerti dal mercato delle consolazioni.
E' protesta e grido
di lamento
di vittoria.
Ogni cosa a suo tempo:
la carezza data,
la carezza che non posso dare,
la carezza che ti darò.
Jonathan Simone Benatti - 04/08/2023
Nessun commento:
Posta un commento