mercoledì 26 luglio 2023

Elegia per un giorno

Perché il cielo sopra questa città
è angusto?

Sono forse io a soffocare,
con il mio sentire,
il cielo?

Eppure c'è un luogo
dove nuvole, mare, orizzonte, terra e cielo stesso
s'aprono sconfinati e torna il respiro.

Su questa schiera di scogli,
soprattutto a Settembre,
il sole tutto rende aureo
e sento in gola una preghiera:

possa il mio ultimo giorno
essere così

un luccicare tenue
che tutto rende ampio e arioso
che annuncia, frugale,
come in questo mondo ho avuto un'inizio
come in questo mondo non avrò fine.

Jonathan Simone Benatti - 26/07/2023


venerdì 21 luglio 2023

Un Salmo

Spogliato di ogni peso supplementare
per camminare leggero,
risoluto, verso un luogo di dimora,

sono 
scorticato e accarezzato
dal sole

soffocato e dissetato
dall'acqua

eradicato e sospinto
dal vento

provo orrore
e attrazione
per il Mistero che tu Sei
Imperscrutabile cuore
e cuore Umano

Dio Creatore Onnipotente
e Nato debole all'umanità 
nel ventre molle di una ragazzina.

Spogliato di ogni illusione
lascio che ogni elemento 
del Tuo mondo
abbia il suo evolversi
sul mio volto.

Incantato dal firmamento 
sul colle senza luci
sono angosciato
dalla sua gravità e dai suoi spazi oscuri:

sono una particella costituente 
transitoria e impercettibile a ogni osservazione,
ma il pensiero dell'eternità
è inscritto nel mio cuore fragile.

Il cammino Signore
stanca talvolta
più del lavoro
più della fatica

e su queste ginocchia nude
mi inchino
come chi 
finalmente
ha compreso
che nell'atto di dire una parola
a Te
si è trovati dalla Parola
fatta di carne e sudore,
di pelle fumante,
di piedi sporchi,
che cerca sotto il tappeto, 
che spazza tutta la casa,
che danza e invita,
la Parola carica 

di pesi che nessuno vorrebbe portare

delle domande a cui non v'è risposta

del grido gemente 

della voce echeggiante dell'ansia 
che tutto consuma 
(anche la visione,
anche la prospettiva).

Eppure Tu non sei il parafulmine 
di ogni dolore,
ma la Quintessenza di ogni nostro desiderio
la sua Catarsi
la Sua Realizzazione.

Sei Colui che grida nell'uomo
e che sussurra con leggero alito di voce.

Per quanto il mio cervello 
impieghi ogni sinapsi e ogni tessuto funzionale
a sua disposizione

per quanto anche il mio corpo 
accompagni questa agonizzante lotta

per quanto io mi strugga nella volontà
persistente 
di resistere fermo nel combattimento 
(e non nel riposo,
lo dica il sottoscritto,
e non nel riposo)


altro non posso dire
altro non posso scrivere
se non questo inno
che canta la mia sconfitta
che canta l'armistizio
che canta l'imperscrutabile
Decreto d'Amore
che tutto vuole per sé.

Perché Tu ami
ogni frammento
e ogni scheggia
anche questo margine d'universo
che io sono.

Jonathan Simone Benatti - 21/07/2023












giovedì 20 luglio 2023

Tra Castagnole e Fontanetto Po

Ai nostri Nonni, amici.
 I ricordi cominciano nella sera
(C. Pavese, Paesaggio VIII)


I. 
Così ora dormite
e questo paesaggio che so,
è diventato
come la terra e l'acqua d'Agosto
sferzate dal sole;
il silenzio e l'afa sono interrotti dalle cicale
e l'orecchio è attento; 
proteso verso gli schiamazzi, l'uva e il riso.
 

II. 

Ci riunivamo intorno a voi, diventando bambini;
la sera, all'aperto:
noi a terra, voi seduti su sedie impagliate;
tutti sotto un cielo
di nuovo leggero e punteggiato perché lontani dalla Città.
Un cane abbaia da qualche giardino recintato.
Le finestre del vecchio casolare sono aperte.
L'unica flebile luce in cortile a illuminare i vostri volti.
Attendevamo pazienti il calare delle notte,
dopo aver pulito le stoviglie e fatto qualche faccenda:
poi, già sorridenti, pregustavamo le vostre parole,
pronunciate solenni nel vernacolo dell'amicizia.
Sempre gli stessi racconti (a volte li sollecitavamo noi)
a cui si aggiungevano nuovi dettagli.
Giunta la stanchezza si andava a dormire
come sazi d'esistere, come pieni 
d'una vita succulenta.


III.

In quei luoghi si torna perché s'avvizzisce
senza linfa e radici profonde,
perché le piante viaggiano con i semi, con gli uccelli e le api,
ma rimangono ferme nel suolo dove sono generate e generano.

I campi e i colli gioiscono
della mietitura e della vendemmia.
Noi mangiamo un semplice pasto
mentre decanta ancora un po' 
il vino dello scorso anno. 

Faccio silenzio,
sorseggio il Ruchè maturo,
rispondo con un sorriso assente a qualche frase
mentre penso che oggi 
voglio provare a sedere su una di quelle sedie vuote
e dire a mio figlio una storia che conosciamo...

perché dalle radici continui a scorrere la loro vita.



Jonathan Simone Benatti - 20/07/2023



lunedì 3 luglio 2023

Ciò che la morte sottrae

Si potrebbe redigere
un lungo elenco non completo
aperto all'invenire.

Ah, poi c'è questo
e questo ancora.

Ma, ciò che la morte sottrae
è 
la consuetudine alla vita,
la minuscola certezza
della ripetizione:

aspettarsi di trovare ogni cosa al proprio posto

le parole,
gli atti di dolcezza,
gli occhi negli occhi.

Jonathan Simone Benatti - 03/07/2023

Tutte le mie vie - Prolegomena ad ogni passo futuro

Ti sono note tutte le mie vie (Salmo 139:3) I. Imparare ad essere leggeri pur con le zavorre. II. Tanti sono gli abissi che la mia nave solc...