martedì 5 luglio 2022

Domanda notturna

Il pannolino appena cambiato,
la rassicurante poppata
e poi la consolidata consuetudine.

Il tuo corpo, 
proporzionato nella sue contenute dimensioni,
si accoccola:
ti spingi verso me,
inconsciamente
(non so ancora
se tu cerchi rifugio in me
o io in te).

Dormi.

Io no.

Guardo fuori -
le figure che la flebile luce
lascia intravedere -
guardo il soffitto spoglio.

Provo pena e mi sento responsabile
di un mondo che comprendo sempre meno
(ho gli occhi del colore
del disincanto -
la mia iride era una volta azzurra di stupore).

Tu vedi la realtà:
la scoperta incessante
e un' appropriazione di spazio
ampio,
inesplorato
(l'altro giorno un asinello
ti ha fatto ridere sonoramente
e io mi sono ricordato
che esiste l'essere felici
senza causa).

Scorgo sul soffitto
le immagini lette su qualche quotidiano:
un ghiacciaio sciolto (uno dei tanti),
spari e morte,
follia,
stagioni scompigliate (aridità e uragano),
parole private del loro significato
(svendute sul mercato al miglior offerente):
il testamento di una generazione ad un'altra -
debito.

Strozzata, 
come i pensieri che non si vogliono pensare,
una domanda:

cosa è l'essere umano,
chi sarò io per te?

05/07/2022 - Jonathan Simone Benatti





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