I.
Quando ti stringo teneramente
non riesco a dimenticare
la dicotomia:
Sono pieno di amore
e
Sono pieno di nascondigli.
Da essi emergono
belve feroci
e le mie braccia
altro non sono che la gabbia
dentro cui le costringo
perché non ti tocchino.
II.
Guardarti sorridere
mi costringe
a fissare
riflesso
il mio volto:
ne scorgo tutti i particolari:
le rughe,
i nei,
la barba,
la pigmentazione dell'iride.
Scorgo anche ciò che vorrei
dimenticare:
i solchi
generati
da un certo oblio del sorriso.
III.
Mi ripeto
di non concentrami
su ogni singolo passo.
Non sono
ciò che desidero
(qualunque cosa significhi la frase
quando voglio fare il bene, il male è accanto a me),
ma,
per grazia,
sarò ciò che sono chiamato a essere:
forse,
anche un padre;
ma solo alla fine del cammino.
Jonathan Simone Benatti - 30/06/2023
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