Torno spesso
a riflettere su soggetti
impopolari.
(Non so nemmeno
se scrivere sia
poesia,
diario
o semplice vezzo -
voglio lasciare traccia
di me
per me,
per non perdermi)
Quando la sera
stringo mio figlio
e insieme ci addormentiamo,
nella serie convergente
di gesti ripetitivi
e rassicuranti
presagisco
che il mio odio
e la mia paura
verso la morte
risiedono nel fatto che lei
tenti di privare
l'Essere dalla Relazione.
Non gioco all'autolesionismo:
ho imparato a soffiare
come il vento
via
le nubi.
In questo mondo
la Bellezza
convive
con l'opposto:
per ogni sorriso,
una lacrima
(e viceversa).
Nonostante tutto
la flebile testimonianza
di ciò che per qualche istante
mi colma all'eccedenza
reca una parola dal futuro:
la Possibilità
di Esser-ci
fuori dal tempo
e dal decadimento.
Jonathan Simone Benatti - 10/02/2023
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