Sul lungomare
torniamo a pedalare spensierati;
le luci artificiali
iniziano il lungo riposo invernale.
Il volto esposto
al soffio mite del vento serale
mentre nostalgici pensiamo al viaggio,
vagheggiando del prossimo.
Ti parlo delle colline
e
delle risaie,
dei miei avi e di fotografie color seppia;
ti parlo di come spesso,
in questo mese,
penso
allo schiamazzo tra le viti,
alle lunghe tavolate che chiudono il giorno,
dove le mani spezzano il pane
e i bicchieri si colmano del frutto della fatica,
dove, dalla finestra aperta,
si ode il clarinetto intonare una melodia paesana.
Tu ascolti, paziente
mentre continuo a dire
(e, forse, dirmi)
e raccontare di ciò che mi appartiene:
la terra, le rogge,
i campi solcati dai canali,
la vita che scorre lenta.
Settembre è la cassa armonica
in cui riecheggio.
Jonathan Simone Benatti - 07/09/2022
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