mercoledì 29 giugno 2022

Scrivere - parte III (Una cosa molto personale)

Via Guala l'indirizzo:
un nome come tanti altri
(Solo da adulto, curiosando,
ho scoperto la ragione
della toponomastica urbana).

Quel luogo
sulla Terra, 
insipido per tanti,
è significativo
per me.

Il giardinetto condominiale
ora possiede un manto erboso curato
e alcune piastrelle di gomma 
sotto lo scivolo e l'altalena.

Giocavo con mio nonno, 
mentre le anziane signore degli altri palazzi 
(tutti uguali, tutti raggruppati 
come le vicine:
ognuna con  un vestito a fiori
e un soprannome dialettale)
parlavano tra loro,
cercando sollievo dal calore
del piazzale.
 
C'era la bassa casetta
della centrale termica
(il cui tetto piano percorrevo
pensando a chissà quale avventura costituisse
l'arrampicarmi lassù);

Quando si tornava indietro,
tremavo all'idea di ciò che si potesse nascondere
dietro alla porta del ripostiglio
(nonostante l'avvicinarmi curioso).

In camera c'era un vecchio libro
sui luoghi e le leggende di Torino:
ricordo in modo confuso
la storia di un certo fantasma
(il libro ne offriva una rappresentazione 
di lenzuolo svolazzante):
la notte, soprattutto con la pioggia,
pensavo girovagasse
per le vie vuote del centro.

Consapevolezza:

sono
miei
ricordi

Sono conscio 
dunque:
ricordi
privi di significato
per 
chi legge.

Se scrivo
è per farli ancor più presenti
di quanto lo siano 
ogni volta che un luogo 
come questo
(non altrove)
mi offre spontaneamente,
come il prato un fiore,
sinestesie:
non voglio si perdano
non voglio diventino mutue reliquie.

Non voglio si perdano:
i volti,
le mani strette, le ginocchia sbucciate,
l'inventiva ingenua,
i racconti, le rughe,
gli occhiali bifocali, 
i capelli grigi (o i capelli mancanti),
le magliette monocromatiche,
i pantaloncini a quadrettoni e le scarpe,
la sabbia (prima che arrivasse l'erba nel giardino),
il catrame profumato del tetto arso,
i sassolini del piazzale,
le macchine vecchie,
il giornalaio sotto i portici;
non voglio che fluiscano 
nel nulla
dell'oblio:
perché
proprio in quell'istante
più vite
erano concentrate
in quel luogo
(non altrove)
e rappresentavano
qualcosa
(l'autentico contrario del nulla).

 - Vedrai. Li farò diventare per te
una storia interessante,
di cui ti meraviglierai -

Scrivo
per ricompormi:
ho bisogno che questa esistenza marginale
questo essere che sono,
significhi qualcosa
per qualcuno.

Scrivo per testimoniare
che questo essere che sono,
che vuole significare
qualcosa
per qualcuno, 
è
relazione:
ricordo, parlo,
spero, dispero,
amo, odio,
sospiro, urlo,
gioisco, mi arrabbio,
vivo, 
perché
non sono
solo.


29/06/2022 - Jonathan Simone Benatti 

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