latenti dentro la mente di qualcuno
e che un giorno prenderanno forma
sulla carta,
eseguite da dita e labbra callose
Per il canto mattutino degli uccelli
nascosti tra i rami degli alberi
della città sterile di cantieri,
incursioni del Creatore
nel mondo soffocante degli uomini
(grazia nel cemento screpolato)
Per il vento che trasporta sabbia
e sporca i vetri
che sferza le travi d'acciaio,
che erode le facciate dei palazzi,
che accarezza i visi
e trasporta le nuvole
Per la ripetitività di gesti e parole,
il susseguirsi della consuetudine
che guarisce dalla consuetudine,
Per gl'imprevisti
che costringono la mia rigidità
a spezzarsi
Per l'inaspettato
(spesso migliore di ciò che desidero)
Per questo
oggi ti ringrazio
Dio.
14/06/2022 - Jonathan Simone Benatti
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