I.
Partire sperando contro speranza.
Lasciare alle spalle
una terra dilaniata:
casa.
La voce delicata di un bambino
che domanda
i perché,
chiede
e ripete
nominando e storpiando
le cose che i genitori
nominano
per la prima volta
- Adamo ed Eva
nella cernita della realtà.
In frantumi
la vita.
Le cose rimangono nominate,
ai corpi vengono attribuite
sigle.
Nell'acqua si sciolgono
le identità preziose.
E io, siedo impotente,
raccontando questa storia
affinché non se ne perda
memoria.
Cristo anche oggi
è trafitto
sulla sabbia:
dai chiodi
arrugginiti
delle parole logore.
La perdita di significato
è l'abbondanza
da cui molti cuori parlano.
II.
Si muore
per la propria vocazione.
Danzo solitario
perché non sei più.
Rimarrai la figura invisibile
che cercherò nella notte
da ora sempre fredda
nell'alternarsi delle stagioni.
Non ci saranno le tue mani
da cercare
mentre vortico.
Oggi ballo nuovamente
davanti alla tua foto
sapendo che questo amore
irripetibile
se taceranno gli uomini,
le pietre lo diranno
ed ogni mattone
della nostra casa.
La permanenza
non è il contrario
dell'assenza.
Tu sarai:
ed è questo il mistero
che mi costringe anche oggi
a qualche passo ritmato
su questo baratro.
La leggerezza con cui mi muovo
sei tu
che in me muovi:
stringendo le tue mani
dentro le mie mani.
Questa leggerezza
è la nostra ultima protesta:
amore rimane
oltre la morte
e
un giorno,
spero contro speranza,
amore sarà
incontro.
III.
Connessione
di
esistenze.
Dammi occhi aperti
Signore
come le tue braccia:
affinché nello stringere
una particella di mondo
possa abbracciarlo tutto
e
amarlo come Te
con l'amore
del Primo giorno.
Jonathan Simone Benatti - 07/03/2023